EL CLUB: e Pablo Larrain non sbaglia un colpo
Anche se "El club" viene descritto come una critica alla Chiesa nella sua ipocrisia delle gestioni "interne" dei processi ai suoi membri, il film non fa che completare ulteriormente il discorso del regista sui poteri forti del suo Paese, servendosi di attori a lui cari e rispettando le sue peculiarità ferocemente grottesche.
Berlinale 2015 – La maldad
La maldad – Evilness La prima parte di “evilness” ipnotizza per potenza visiva ed espressiva evocando gli apocalittici roghi descritti da Herzog nel deserto iracheno. Un lunghissimo carrello, quasi impercettibile inquadra un falò nella notte mentre alcuni contadini bruciano le fascine accatastate. Poi sequenze documentaristiche ci fanno entrare nella storia, lentamente. Protagonista un vecchio, pelle...
Berlinale 2015 – K
Leggendo il castello” di Kafka si rimane affascinati dalle imperscrutabili dinamiche del potere. Un film come “L’udienza” aveva colto nel segno il senso generale del libro convertendo la chiave angosciante e tetra di Kafka in una lievità surreale perfettamente impersonata dalla maschera keatoniana di Enzo Jannacci. In “K”, di D. Erdenibulag, la sfida di una...
Berlinale 2015 – Taxi
Jafar Panahi, nei panni dell’autista di un metaforico taxi, riporta il cinema iraniano ai fasti di un tempo, e con tutti gli archetipi cui siamo stati abituati dai suoi grandi maestri: dai lunghi piani-sequenza al documentarismo metafilmico fino alla straordinaria capacità di misurarsi con il reale. E ancora, con i classici “specchi” del film nel...
Berlinale 2015: End of Winter di Kim Dae-hwan
Nel coreano “End of winter”, “Cheol won gi haeng” il regista Kim Dae-hwan affronta il tema della famiglia, tanto caro al cinema orientale, e lo fa con uno stile così equilibrato e meditativo da evocare il Koreeda di “Aruitemo Aruitemo”, senza andare a ripescare impropriamente l’archetipo di “Viaggio a Tokyo”. Una famiglia si ritrova per...