Chi ti insegna il principio della premessa drammatica, quel patto con lo spettatore che vincola l’autore alle “promesse” fatte fin nei primi minuti di un film, dovrebbe vedere “The Dressmaker”, che queste regole, le infrange tutte.
Un film che parte come un noir, si trasforma in generi sempre nuovi, dalla black comedy (e non è il peggio) al thriller psicoanalitico fino alla più sguaiata pochade, passando da un mieloso romanticismo d’appendice.
Peccato, perché di stimoli e idee ce ne sarebbero, e parecchie, per confezionare un film potenzialmente azzeccato. Ma il caos dei generi non aiuta nemmeno i protagonisti inseriti in una splendida provincia rurale australiana, coadiuvati da una fotografia da super cinema, ma sballottati impietosamente da una sceneggiatura confusa e incoerente. Scena topica: Kate Winslet che ringhia un verso del Macbeth con superba classe elisabettiana come a dire, ridatemi il ruolo che merito!