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Un film doppio che parla di doppi, ecco come appare il Mr Lonely di Harmony Korine con le sue due storie apparentemente distinte ma cosi sottilmente unite dal tema della speranza e della fede miseramente sconfitte. In un caso l’allegoria riguarda temi terreni, come può essere il tentativo di creare una compagnia teatrale improvvisata composta da sosia di personaggi famosi. In un altro spirituali, con il miracolo della suora che sopravvive ad un volo senza paracadute. E in entrambi i casi l’incontro con la realtà è cinicamente fallimentare, senza seconde possibilità; dove tutti coloro che coltivano un sogno si ritrovano sconfitti attraverso un percorso allo stesso tempo formativo e spietato.
E fin dalla scelta dei personaggi da interpretare da parte della bislacca compagnia di pseudo-sosia si intravede la sconfitta immanente: Marilyn Monroe, segnata da un destino autodistruttivo che si ri-compie in assoluta coerenza è, paradossalmente, l’unica che porta a buon fine la missione di ‘essere’ qualcun altro. Al contrario, Chaplin si confonde con Adolf Hitler più che con lo Charlot che tutti conosciamo, quasi in ossequio alla doppia interpretazione con cui ne “Il grande dittatore” l’attore e regista inglese volle raccontare le tragiche vicende del nazismo. Pure la personificazione di Lincoln (morto per un tragico attentato) e James Dean (in un incidente d’auto) non fanno presagire niente di buono. Le stesse figure di Shirley Temple e dei tre Stooges sono ormai “morte” nella memoria più nella loro forma iconica che in quella corporea. E i doppi di papa e regina sono di per sé simulacri extra corporei, metafisiche figure eteree ed eterne, impersonali ed immortali personificazioni di un ruolo che ne sovrasta la fisicità e la vita stessa. E per ultimo, il protagonista Michael Jackson è interpretato poco dopo il processo per pedofilia che in qualche modo aveva ucciso l’uomo Michael lasciando viva solo la sua leggenda iconica, peraltro immortale anche dopo il suo decesso.
La grottesca rivisitazione di personaggi dello star system comporta una forte lettura metafilmica potenziata da interpreti-registi (Werner Herzog e Leos Carax su tutti) in un gioco di specchi che accentua il senso della duplicazione ma è soprattutto il senso del tempo che strugge nella sua dissoluzione. Mr. Lonely è un gioco nostalgico che rimanda agli Anni ’60, al fallimento dell’utopia psichedelica e gioiosa del decennio di Magical Mystery Tour e del free cinema ma con il senso del tempo perduto, della mortifera consapevolezza che il sogno è svanito per sempre, con le sue tragedie, le sue sconfitte e le sue prese di coscienza. Mr. Lonely racconta solitudini che non si completano a vicenda, maschere tristi di vite mai nate dove anche Dio si prende gioco della speranza.