Cosa hanno in comune “Birdman”, “Boyhood“, “Taxi” e “The affair”? Sono il film e le serie tv del momento, pretendenti ai festival più influenti degli ultimi mesi, opere apparentemente diverse tra loro che hanno vinto o vinceranno i premi più importanti dell’anno.
Se dovessimo definire il presente attraverso il cinema e la tv, ovviamente sarebbe molto più facile farlo dopo averlo storicizzato tra qualche anno, ma proviamoci anche solo per gioco con i film più rappresentativi dell’oggi.
Sintetizzando, tutti questi titoli hanno in comune la ricerca della “verità”.
Coincidenza tra tempo e narrazione in “Boyhood”; o intersezioni di storia reale e pura visionarietà in “Birdman,” con le allusioni continue alla carriera del protagonista (ovviamente il titolo si riferisce a Batman e quanto ne consegue) e alla coincidenza tra persona e personaggio (anche se “Synecdoche” aveva già detto tutto in tal senso); nel film iraniano invece la finzione cinematografica si fonde con le recenti tribolazioni giudiziarie del regista Panahi che per girare il suo film più “illegale” si serve di amici e parenti.
E solo dopo aver visto tutti e tre i film più di tendenza del momento, mi rendo conto del senso che assume il Golden Globe a ‘The affair’. Le allusioni a “Rashomon” di Akira Kurosawa, oltre ad una citazione narrativa ovvia e un po’ banale infatti, vanno rilette in ottica post-moderna. L’ineffabilità della realtà, come cifra dominante del più superficiale prodotto ‘fiction” tra i titoli citati, sembra certificarne in anticipo sugli altri l’impossibilità del raggiungimento. La ricerca ossessiva da parte del cinema di rappresentare un mediazione sempre più impalpabile tra realtà e finzione viene massacrata dal doppio racconto di una banale storia d’amore di un telefilm che, sul piano del puro intrattenimento, non avrebbe storia in una competizione con “Fargo” né, tantomeno, con “True detective” .
Tutto sembra risolversi nel tentativo estremo, sintetizzato da questi titoli, di far coincidere il cinema con il vero, ma ciò non sembra possibile oltre certi limiti. Forse siamo alla fine di un ciclo. Forse abbiamo toccato il fondo. Forse una stagione caratterizzata dal ritorno del nuovo romantico ci attende inesorabilmente, e questo mi fa un po’ paura.