Un’intervista/documentario utile a fissare il ricordo di alcune delle tappe fondamentali del cinema italiano e per essere stimolati ad approfondirne altre, forse meno note, ma non per
questo meno affascinanti.
"Il primo uomo" con il suo stile pulito, essenziale e familiare, supera il rischio della retorica e apre uno squarcio luminosissimo su quella che è stata la questione algerina. Amelio gira un film intimo e poetico, ma contemporaneamente di respiro politico assoluto.
Sul "silenzio" come potente forma espressiva molto è stato scritto e detto ma in questo caso è la forza degli opposti a risuonare come la nota perfetta. E come Andrei Tarkovsky in "Andrei Rublev" aveva prima rappresentato il dolore dei monaci attraverso le loro agghiaccianti urla silenziose, e poi la gioia mistica di una comunità...
Rivedere a distanza di quarant’anni dall’uscita nelle sale “Torino violenta”, un film mitizzato e così fortemente legato a un’epoca e a una città, poteva essere rischioso. Il cinema in questi pochi decenni è cambiato davvero molto, Torino ancor di più, e personalmente sono poco incline all’etichettatura d’ufficio di film che secondo i gusti di...
L’utilizzo della voce in sostituzione del corpo ha avuto nel cinema esempi illustri: pensiamo a “Il mago di Oz”, “2001: Odissea nello spazio”, “Il giudizio universale” per citarne alcuni, e l’argentino “Adios entusiasmo” di Vladimir Durán (Berlinale 2017), senza addentrarmi in paragoni sconsiderati, si guadagna a pieno merito il diritto di entrare nel club....
Dopo il primo weekend di Torino Film Festival ho l’impressione che l’annata sia tra le più pregiate degli ultimi anni... Ecco una (discutibilissima) top five...
I dialoghi, ironici e serrati, sono la forza dello spettacolo che scorre con ritmo e leggerezza e i quattro protagonisti sembrano davvero dialogare, litigare, insultarsi con la sapienza dei professionisti di lunga data.
Dopo un successo clamoroso in giro per il mondo, Seeyousound e To-Horror sono lieti di presentare "Deathgasm". Buona visione e, per favore, vomitate nel sacchetto posto di fronte a voi…
Ripensando ai commenti che avevano accompagnato l’uscita del film “Alba rossa” nel pieno dei reganiani Anni ’80, mi viene subito in mente l’accusa di fascismo con cui il film era stato bollato e che in qualche modo ancora lo perseguita. Ma è davvero così? E se “Alba rossa” fosse uno dei più riusciti e allegorici...
Leggendo il bel libro edito da Lindau, ci si ritrova a bighellonare con lui nella Berlino degli Anni 20... un libro che non è un’autobiografia e nemmeno un saggio; non un trattatato cinematografico né una semplice raccolta di articoli (i suoi primi reportage sui quotidiani berlinesi degli Anni ’20 con cui si guadagnava da vivere)....
Uno spettacolo da far girare, e perché no, da fissare in un documentario. "1968", un anno “logo” che politica e storia resero unico e che Roggero ha saputo inquadrare con leggerezza e rispetto ma anche con una notevole carica emotiva e romantica.
Non molti sanno che Umberto Eco amava una pratica linguistica tanto inutile quanto stimolante: quella dei tautogrammi. A tal proposito aveva pubblicato "Povero Pinocchio", un piccolo volume in cui raccoglieva i suoi preferiti tra cui la favola di Pinocchio scritta in sole "P". Ciò premesso...