“Il Grande Quaderno”, ovvero il piccolo libro degli orrori
Lo squallore che permea il quotidiano trascorrere del tempo di due fratelli gemelli simbiotici in tutte le loro espressioni, viene raccontato attraverso il loro diario, l'ultimo regalo del padre prima di isolarli nella casa in campagna per tenerli lontano dalla guerra, che da semplice libro dei ricordi diventa progressivamente testimonianza degli orrori della Storia e,...
Cinema Romano… con vista sul Danubio. Programma 7-23 Luglio 2015
Il Cinema Romano di Torino propone alcuni di questi film in una rassegna rara e preziosa; utile per comprendere le atmosfere laccate che, proprio perché immerse nel pieno del periodo bellico, dovevano costituire una totale fuga dalla realtà. Ma anche per entrare nello spirito delle produzioni torinesi degli stabilimenti Fert di quegli anni.
“Louisiana”, “The Jinx” e l’ornitorinco.
Ciò che in principio nasce come una semplice ricostruzione, diventa, nelle mani del regista, un vero e proprio reality nel quale il protagonista si trova progressivamente avvinto. Il regista tende, prima per caso poi sempre più consapevolmente, una tela appiccicosa e ben più solida delle manette in cui il probabile assassino finisce saltuariamente in carcere,...
Cinema Yiddish: “The Singing Blacksmith” di Edgar G. Ulmer, 1938
Il regista Edgar G. Ulmer è uno di quegli artigiani del cinema americano rivalutato appieno soltanto dopo la sua morte. Nella sua sterminata filmografia infatti sono poche le perle note al grande pubblico e ancor meno quelle apprezzate dalla critica dell’epoca, se non tardivamente; come nel caso di “Detour”, considerato da molti come il...
KURUTTA IPPEJI – di Teinosuke Kinugasa
Credo sia interessante collocare “Una pagina di follia” del 1926 rispetto al cinema e alle avanguardie del momento, segnalando alcune scelte tecniche e visive tipiche del periodo. Come la scena del ballo dei folli che ricorda “Metropolis” dove caos e perdizione creano un’atmosfera orgiastica simile alla lussuria che provoca la danza di Brigitte Helm davanti ad un...
I giorni contati di Elio Petri – “Dead men walking”
Più Pasolini di Fellini, Giorni contati non è nemmeno un film neorealista anche se i temi lo possono far pensare. Non vi è un senso morale da dare alla società ma solo uno sguardo critico sulle sue contraddizioni, un ritratto feroce e senza speranze nella migliore tradizione letteraria della Sicilia di Elio Petri.
Birdman, Boyhood, The affair: ovvero la crisi della modernità?
Sintetizzando, tutti questi titoli hanno in comune la ricerca della "verità".
Coincidenza tra tempo e narrazione in "Boyhood"; o intersezioni di storia reale e pura visionarietà in "Birdman," con le allusioni continue alla carriera del protagonista (ovviamente il titolo si riferisce a Batman e quanto ne consegue) e alla coincidenza tra persona e personaggio (anche se...
Post Tenebras Lux – Reygadas tra luci e ombre
Sarebbe troppo facile definire l’ultimo film di Reygadas un sopravvalutato esempio di intellettualismo snob e pretenzioso. Complesso, criptico, troppo spesso compiaciuto ben oltre il livello di sopportazione di un pubblico pur abituato a farsi del male, certo. Ma “Post tenebras lux” offre anche notevoli spunti di riflessione e potenza visionaria di rara intensità ed è...
Berlinale 2015 – Until I lose my breath
La cinematografia turca degli ultimi anni ci ha abituato bene, soprattutto con quel Nuri Bilge Ceylan che film dopo film continua a crescere. Qui ci troviamo di fronte ad un film più intimo e meno ad ampio respiro, ma decisamente interessante.
Berlinale 2015 – La TOP 10
L’edizione 2015 della Berlinale per quanto ci riguarda è stata particolarmente generosa; in quantità (10 film) e soprattutto in qualità, con almeno 6 opere di assoluto valore. E per chi volesse reperirne qualche titolo, ecco la classifica estratta dal nostro “personalissimo cartellino” che ha anticipato i film vincitori con una settimana di anticipo! 1) Taxi (leggi...
EL CLUB: e Pablo Larrain non sbaglia un colpo
Anche se "El club" viene descritto come una critica alla Chiesa nella sua ipocrisia delle gestioni "interne" dei processi ai suoi membri, il film non fa che completare ulteriormente il discorso del regista sui poteri forti del suo Paese, servendosi di attori a lui cari e rispettando le sue peculiarità ferocemente grottesche.
Berlinale 2015 – La maldad
La maldad – Evilness La prima parte di “evilness” ipnotizza per potenza visiva ed espressiva evocando gli apocalittici roghi descritti da Herzog nel deserto iracheno. Un lunghissimo carrello, quasi impercettibile inquadra un falò nella notte mentre alcuni contadini bruciano le fascine accatastate. Poi sequenze documentaristiche ci fanno entrare nella storia, lentamente. Protagonista un vecchio, pelle...