Sarita è una ragazza di 13 anni nata a Khudunabari, un campo profughi in Nepal dove dal 1990 vivono più di 100.000 esiliati bhutanesi. Una storia incredibile e poco nota.
La Sarraz Pictures, casa di produzione torinese, con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte e Piemonte Doc Film Fund ha deciso di contribuire alla divulgazione di questa tragedia umanitaria raccontandola in un film al di fuori degli schemi classici, in modo innovativo e sorprendente.
«Dimmi Chi Sono» dà voce ai rifugiati di quel campo, che non raccontano a parole il loro passato ma lo cantano e lo danzano. Il documentario infatti non utilizza una didascalica successione di «teste parlanti» ma predilige l’inusuale forma di comunicazione basata sull’ironia dei linguaggi per raccontare un tema drammatico come, ad esempio, la perdita d’identità di un’intera comunità.
Il regista Sergio Basso, già vincitore 2005 del Premio «Avanti!» Torino Film Festival per «Quando Capita di Perdersi», ha utilizzato uno stile ibrido davvero originale nella storia del cinema, con la combinazione di due generi apparentemente molto lontani fra loro: il musical e il documentario. Le riprese, cominciate fin dal 2008, sono terminate, ma per permettere la distribuzione nei cinema di «Dimmi chi sono» già a partire da quest’anno, La Sarraz ha deciso di chiedere il supporto di tutti coloro che vogliano dar voce alla storia di Sarita e del suo popolo.
«In questo momento politico e storico» afferma Alessandro Borrelli, produttore de La Sarraz Pictures, «credo che il Cinema debba essere sempre più veicolo di un messaggio culturale. Abbiamo iniziato a lavorare a questa vicenda quando non immaginavamo sarebbe stata ancora così tristemente attuale. Ottanta minuti che speriamo possano essere spunto di riflessione sul concetto di identità e sradicamento di persone che non vengono considerate come tali». La campagna, che prevede ricompense per i partecipanti, è online su www.indiegogo.com. Ulteriori informazioni su www.lasarraz.com.