I giorni contati di Elio Petri – “Dead men walking”
Più Pasolini di Fellini, Giorni contati non è nemmeno un film neorealista anche se i temi lo possono far pensare. Non vi è un senso morale da dare alla società ma solo uno sguardo critico sulle sue contraddizioni, un ritratto feroce e senza speranze nella migliore tradizione letteraria della Sicilia di Elio Petri.
Birdman, Boyhood, The affair: ovvero la crisi della modernità?
Sintetizzando, tutti questi titoli hanno in comune la ricerca della "verità".
Coincidenza tra tempo e narrazione in "Boyhood"; o intersezioni di storia reale e pura visionarietà in "Birdman," con le allusioni continue alla carriera del protagonista (ovviamente il titolo si riferisce a Batman e quanto ne consegue) e alla coincidenza tra persona e personaggio (anche se...
Post Tenebras Lux – Reygadas tra luci e ombre
Sarebbe troppo facile definire l’ultimo film di Reygadas un sopravvalutato esempio di intellettualismo snob e pretenzioso. Complesso, criptico, troppo spesso compiaciuto ben oltre il livello di sopportazione di un pubblico pur abituato a farsi del male, certo. Ma “Post tenebras lux” offre anche notevoli spunti di riflessione e potenza visionaria di rara intensità ed è...
Berlinale 2015 – Until I lose my breath
La cinematografia turca degli ultimi anni ci ha abituato bene, soprattutto con quel Nuri Bilge Ceylan che film dopo film continua a crescere. Qui ci troviamo di fronte ad un film più intimo e meno ad ampio respiro, ma decisamente interessante.
2 marzo 2015, Cinema Nazionale di Torino – Buon compleanno Disco Volante
Lunedì 2 marzo 2015 alle ore 20.45, presso il cinema Nazionale di via Pomba, Danilo Arona, scrittore e critico cinematografico e Franco Prono, professore del Dams di Torino sono intervenuti alla tavola rotonda “Buon compleanno Disco Volante”. Nella serata organizzata per i “Movie tellers” di Piemonte Movie e in collaborazione con il Cisu (Centro italiani studi...
Berlinale 2015 – La TOP 10
L’edizione 2015 della Berlinale per quanto ci riguarda è stata particolarmente generosa; in quantità (10 film) e soprattutto in qualità, con almeno 6 opere di assoluto valore. E per chi volesse reperirne qualche titolo, ecco la classifica estratta dal nostro “personalissimo cartellino” che ha anticipato i film vincitori con una settimana di anticipo! 1) Taxi (leggi...
EL CLUB: e Pablo Larrain non sbaglia un colpo
Anche se "El club" viene descritto come una critica alla Chiesa nella sua ipocrisia delle gestioni "interne" dei processi ai suoi membri, il film non fa che completare ulteriormente il discorso del regista sui poteri forti del suo Paese, servendosi di attori a lui cari e rispettando le sue peculiarità ferocemente grottesche.
Berlinale 2015 – La maldad
La maldad – Evilness La prima parte di “evilness” ipnotizza per potenza visiva ed espressiva evocando gli apocalittici roghi descritti da Herzog nel deserto iracheno. Un lunghissimo carrello, quasi impercettibile inquadra un falò nella notte mentre alcuni contadini bruciano le fascine accatastate. Poi sequenze documentaristiche ci fanno entrare nella storia, lentamente. Protagonista un vecchio, pelle...
Berlinale 2015 – K
Leggendo il castello” di Kafka si rimane affascinati dalle imperscrutabili dinamiche del potere. Un film come “L’udienza” aveva colto nel segno il senso generale del libro convertendo la chiave angosciante e tetra di Kafka in una lievità surreale perfettamente impersonata dalla maschera keatoniana di Enzo Jannacci. In “K”, di D. Erdenibulag, la sfida di una...
Berlinale 2015 – Taxi
Jafar Panahi, nei panni dell’autista di un metaforico taxi, riporta il cinema iraniano ai fasti di un tempo, e con tutti gli archetipi cui siamo stati abituati dai suoi grandi maestri: dai lunghi piani-sequenza al documentarismo metafilmico fino alla straordinaria capacità di misurarsi con il reale. E ancora, con i classici “specchi” del film nel...
Berlinale 2015: End of Winter di Kim Dae-hwan
Nel coreano “End of winter”, “Cheol won gi haeng” il regista Kim Dae-hwan affronta il tema della famiglia, tanto caro al cinema orientale, e lo fa con uno stile così equilibrato e meditativo da evocare il Koreeda di “Aruitemo Aruitemo”, senza andare a ripescare impropriamente l’archetipo di “Viaggio a Tokyo”. Una famiglia si ritrova per...